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Tra palestra e fisco: la professione del personal trainer

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Personal trainer e partita iva

Michele è il personal trainer della palestra che frequento. Quando la settimana scorsa mi ha chiesto qualche informazione sulla sua partita iva, ero reduce da una serie di esercizi per gli addominali e a stento riuscivo a ricordare il mio nome.
Gli ho dato una risposta vaga, e gli ho promesso che sarei stata più precisa una volta ripresa consapevolezza di me.
Scrivo questo articolo per lui e per tutti quelli che vogliono seguire le orme professionali di Michele.

Serve un titolo per fare il personal trainer?

Per fare il personal trainer di professione non serve né una laurea, né un diploma. Cosa, a mio parere, inaccettabile visto che chi fa questo mestiere tratta argomenti delicati quali: la muscolatura, l’ossatura, l’alimentazione e molto altro. A livello nazionale non esiste un albo professionale.

Tuttavia alcune regioni hanno emanato leggi che stabiliscono l’obbligo di una determinata preparazione per poter esercitare l’attività di istruttore sportivo.
Nella Regione Veneto, per esempio, il riferimento è la legge n.8 del maggio 2015 che richiede il diploma di laurea in Scienze Motorie, il diploma ISEF oppure l’abilitazione rilasciata dalla Federazione Sportiva o dagli Enti riconosciuti dal CONI per poter esercitare l’attività.

Compensi occasionali e partita iva

Se svolgi l’attività di istruttore sportivo saltuariamente e il tuo committente è una ASD (associazione sportiva dilettantistica) o una SSD (società sportiva dilettantistica) fiscalmente puoi farti pagare con le prestazioni occasionali e il compenso è esentasse fino a 10.000 euro.

Ma sei vuoi fare il personal trainer di professione devi abbandonare la strada delle prestazioni occasionali e aprire la tua partita iva.

Partita iva e regime forfettario

Il codice ATECO corretto da utilizzare per la richiesta della partita iva è 85.51.00.
Non c’è obbligo di iscrizione alla camera di commercio, né all’INAIL.
Dal punto di vista previdenziale devi iscriverti alla Gestione Separata INPS (Hai già letto il mio articolo sulla gestione separata inps: quanto costa e perché la pago?)

Per cominciare il tuo percorso professionale ti conviene scegliere il regime fiscale forfettario.
Un regime semplice che presenta diversi vantaggi:

  • l’aliquota agevolata del 15%, ridotta al 5% per i primi 5 anni di attività
  • non c’è l’obbligo di tenuta della contabilità, ma devi presentare annualmente la dichiarazione dei redditi
  • le tue prestazioni professionali non sono soggette a iva, né a ritenuta d’acconto.

Il regime forfettario ha un limite di ricavi che è di 65.000 euro l’anno.

Una questione piuttosto delicata è la compatibilità della partita iva con il reddito da lavoro dipendente

Se hai un contratto di lavoro dipendente nel settore privato puoi aprire la tua partita iva. Le due attività possono coesistere senza problemi.
Puoi scegliere il regime forfettario solo se il reddito lordo da lavoro dipendente non supera i 30.000 euro annui.
Fai attenzione a questi 3 aspetti:

  1. Non puoi svolgere attività in concorrenza con il tuo datore di lavoro
  2. Hai sempre l’obbligo di riservatezza dei dati aziendali
  3. Non è obbligatorio comunicare al tuo datore di lavoro che hai aperto la partita iva (ma io ti consiglio di farlo).

Se hai un contratto di lavoro dipendente nel settore pubblico la questione è più complessa.
Il dipendente pubblico infatti ha l’obbligo di prestare il proprio lavoro in maniera esclusiva nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Questo principio generale presenta delle eccezioni:
– il dipendente pubblico con contratto di lavoro part-time (con prestazione lavorativa non superiore al 50% di quella a tempo pieno) può aprire la partita iva
– il docente scolastico con contratto di lavoro full-time può aprire la partita iva, previa autorizzazione da parte del Dirigente Scolastico, a condizione che non sia di pregiudizio all’assolvimento di tutte le attività inerenti alla funzione di docente e che sia compatibile con l’orario di insegnamento e di servizio.

Lo so, mentre leggi queste righe pensi “è un gran casino, ci sono troppe regole”, ma ti assicuro: si tratta solo di metterci le mani e di scegliere una commercialista di fiducia che ti aiuti a realizzare il tuo sogno professionale.

Come diceva il grande campione Michael Jordan “Alcuni desiderano che qualcosa accada, altri lo sognano, altri ancora lo fanno accadere.”

Se hai dei dubbi fiscali, ti aspetto anche sul mio profilo Instagram: @vitadacommercialista

2 risposte

  1. Non è però vero che puoi lavorare a scuola come insegnante di SM se hai la partita iva con codice ATECO sportivo! Puoi farlo solo se la partita iva non è dello stesso settore della tua classe di concorso.
    Fanno esclusione tutti i professionisti che hanno un albo .. ahimè non noi PT con la laurea!

    1. Buongiorno Silvia, la partita iva e l’insegnamento in scuole pubbliche sono compatibili ma entro determinati limiti che dipendono dal tipo di contratto. E’ sempre necessario chiedere l’autorizzazione alla scuola.
      Grazie per la sua testimonianza.

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