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Ho superato i 5.000 euro di prestazioni occasionali…e ora che faccio?

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Come si definisce una prestazione occasionale

Lasciami chiarire una questione una volta per tutte: non esiste la soglia dei 5.000 euro!
Non esiste nessun riferimento fiscale che parli di questa soglia.

La Legge Biagi del 2003 parlava di durata della prestazione non superiore ai 30 giorni in un anno con lo stesso committente e di compenso non superiore a 5.000 euro per committente, ma questa legge è stata abrogata nel 2015 dal Jobs Act (Legge delega di riforma del lavoro).

Da allora si deve fare riferimento esclusivamente al codice civile e precisamente all’art. 2222 sul contratto d’opera.

Se l’attività che svolgi ha queste due caratteristiche:

  • lavoro prevalentemente proprio e senza alcun vincolo di subordinazione con il committente
  • mancanza di continuità e abitualità ovvero attività saltuaria

allora le regole fiscali a cui devi fare riferimento sono quelle della “prestazione occasionale”.

Alcuni esempi sono: la consulenza informatica occasionale al vicino di casa, la creazione di un sito web per una piccola azienda, la consulenza all’allestimento di un evento.

Le regole fiscali del prestatore occasionale sono poche e semplici

1. Ricevuta fiscale

Alla data in cui ricevi il pagamento del compenso devi emettere una ricevuta.

Ricordati di applicare la marca da bollo da 2 euro se l’importo della ricevuta supera i 77 euro.

Se il tuo committente ha la partita iva (italiana) devi calcolare la ritenuta d’acconto del 20% sul compenso lordo. Si tratta di un acconto delle tue imposte che il committente versa per tuo conto.

A fine anno, il committente certificherà di aver versato la ritenuta con un documento: la CU (certificazione unica) che devi consegnare alla tua commercialista di fiducia per fare la dichiarazione dei redditi.

2. Dichiarazione dei redditi

L’importo lordo di tutte le prestazioni occasionali fatte durante l’anno va riportato in dichiarazione dei redditi.

É obbligatorio farla?

No, se hai solo il reddito delle prestazioni occasionali e non superano i 4.800 euro lordi.

Conviene farla?

Sì, perché in questo modo puoi recuperare la ritenuta d’acconto del 20% (vedi punto 1)

3. Contributi previdenziali

Quando l’importo lordo delle prestazioni occasionali supera i 5.000 euro l’anno sei obbligato ad iscriverti alla gestione separata INPS. Questo importo non è una soglia che ti obbliga ad aprire la partita iva, ma solo a versare i contributi previdenziali.

I contributi inps si calcolano sull’importo che eccede i 5.000 euro.

In conclusione qual è il momento giusto per passare da lavoratore autonomo occasionale a professionista con partita iva?

Lo strumento fiscale della ricevuta per prestazione occasionale è quello giusto se ti trovi nella fase in cui l’attività che svolgi è ancora saltuaria, i guadagni non sono elevati e stai testando il mercato per capire come far diventare il tuo progetto una realtà lavorativa stabile.

E’ la fase in cui è ancora troppo presto definire l’attività che svolgi “abituale e professionale” e quindi per aprire la partita iva.

Quando l’attività che svolgi non è più occasionale ma è continuativa e i guadagni cominciano a crescere è il momento giusto per aprire la tua partita iva. D’altra parte per poter sviluppare la tua attività hai bisogno di comunicarla (ad esempio con un semplice bigliettino da visita oppure sui social) e non puoi farlo se non hai la partita iva. (Hai letto il mio articolo “Aprire la partita iva: le 3 domande da cui partire“?)

E tu in quale fase del tuo progetto professionale ti trovi?

4 risposte

  1. Ho iniziato quest’anno a fare l’accompagnatore cicloturistico.
    Ho guadagnato 500€.
    Devo fare qualcosa nella denuncia dei redditi?
    Sono uno studente di un Istituto Tecnico Superiore professionalizzante ; a dichiarazione potrebbe precludere nel futuro un possibile riscatto?
    Grazie

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