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Hai mai sentito parlare di impresa alimentare domestica (IAD)?

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Come trasformare la tua passione per la cucina in un lavoro

Io sono una buongustaia e uno dei miei piatti preferiti sono gli gnocchi. Al ristorante, se li trovo sul menù, li ordino sempre. Il Venerdì Gnocolar veronese è una delle mie ricorrenze preferite e… qualche volta li faccio anch’io. Ma gli gnocchi al ragù di mia nonna Noemi sono ancora i migliori che io abbia mai mangiato: imbattuti e imbattibili. Spesso la nonna ne faceva così tanti che li regalava a tutto il vicinato. Qualche sua amica ogni tanto glieli commissionava per fare bella figura con gli ospiti. Insomma, avrebbe potuto mettere su un’impresa e guadagnarci parecchio. Ma quelli erano altri tempi.

Cos’è un’impresa alimentare domestica?

Oggi i tempi sono cambiati. Se anche tu sei una vera appassionata di cucina e tra i fornelli sei brava, potresti aprire una IAD (impresa alimentare domestica). Si tratta di una attività d’impresa legata alla preparazione e alla vendita di prodotti alimentari, solo che il laboratorio è la cucina di casa tua. Le possibilità sono moltissime: dolci, marmellate, piatti da asporto, cake design.

Quali sono gli adempimenti per avviare una impresa alimentare domestica?

Dal punto di vista fiscale gli adempimenti da seguire per l’avvio dell’impresa sono gli stessi di ogni altra attività imprenditoriale:

  • Apertura della partita iva
  • Iscrizione in camera di commercio (albo artigiani)
  • Iscrizione all’INPS e all’INAIL
  • Comunicazione di inizio attività al proprio comune di residenza

Tutte comunicazioni si fanno tramite intermediario e naturalmente devi appoggiarti alla commercialista o ad un caf.

Ci sono due questioni delicate che devi affrontare

Innanzitutto stiamo parlando di trattare alimenti freschi o trasformati che, per essere venduti al pubblico, devono rispettare tutte le norme previste dal protocollo HACCP. È quindi necessario che tu sia in possesso di una attestazione specifica o, in alternativa, devi frequentare un corso per operatori del settore alimentare che rilascia l’attestazione.

Seconda questione: la cucina deve passare l’esame dell’azienda sanitaria locale. Potrebbe infatti essere necessario adeguare i locali adibiti a cucina agli standard di igiene alimentare richiesti dalla normativa.

Mi rendo conto che non si tratta di questioni da poco: richiedono tempo, coraggio e un buon business plan. Ma, come diceva anche nonna Noemi, “Se fai della tua passione un lavoro, non lavorerai nemmeno un giorno nella vita”.

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