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Viaggeremo ancora

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Se una giovane donna non incontra l’avventura nel proprio villaggio, dovrà cercarla altrove.
Jane Austen (scrittrice e femminista)

Nella vita ho seguito l’insegnamento della scrittrice britannica Jane Austen, viaggiando molto. Sono una commercialista-viaggiatrice.

Nei mesi di lockdown mi sono dedicata con la passione di sempre alla mia professione. Ho studiato ogni singolo articolo di ogni DPCM pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Arrivata alla Fase 2, la voglia di partire, come la primavera, si fa sentire prepotente.

Mi sono chiesta perché io senta questa esigenza, questa necessità. La risposta l’ho trovata nel libro di Tony Wheeler, cofondatore di una casa editrice di guide di viaggio: la Lonely Planet.

Il libro si intitola “Perché Viaggiamo” e il sottotitolo è la cosa più bella “In difesa di un atto vitale”. Perché per l’autore, come per me, viaggiare non è un capriccio, un modo per passare il tempo. Viaggiare è un atto vitale.

Io viaggio per capire. Non mi basta ciò che sento alla televisione o leggo sui giornali, ho bisogno di viverlo. “Viaggiare vuol dire capire che tutti hanno torto a proposito degli altri paesi” sosteneva Aldous Huxley, altro scrittore britannico. Solo viaggiando nelle altre parti del mondo potrei capire come gli altri stanno vivendo questo difficile momento storico. Cosa oggi impossibile.

Tuttavia c’è un altro motivo per cui amo così tanto viaggiare: è il piacere del ritorno alla mia terra d’origine. L’avventura più importante della mia vita, il matrimonio, mi ha portata a vivere lontana dal mio villaggio, come avvertiva Jane Austen. Ogni viaggio, per me, si conclude in Friuli e questo esilio non me lo permette. Una prigione nella prigione.

Aspettando di poter ritornare in terra friulana, ne ritrovo le atmosfere in un altro libro: “La casa a Nord-Est” di Sergio Maldini.

[Marco] Distingueva, insomma, fra Italia Ovest e Italia Est: la prima stanca, sapiente, piena di cimiteri etruschi che lo immalinconivano, la seconda meno ricca di ruderi, e perciò ottimista, improntata ad una più forte solidarietà umana. Inoltre a Est l’aria era molto luminosa. Vi sorgeva il sole, che splendendo sull’Adriatico lo tagliava con una riga celeste nel baratro dell’orizzonte”.

Quali che siano le ragioni che ci spingono, dobbiamo ricominciare a viaggiare. Per ora con il pensiero, attraverso i libri. Poi ricominceremo veramente. Non serve macinare chilometri, prendere aerei, cambiare continenti, si può viaggiare nella propria città o nella regione accanto. Si può visitare luoghi già visti per conoscerli meglio o riscoprirli.

Il World Travel and Tourism Council calcola che il turismo rappresenta quasi il 10% del PIL mondiale e che in tutto il mondo un posto di lavoro su dodici sia connesso ai viaggi.

Appena possibile facciamoci un regalo, contattiamo una guida turistica freelance della nostra città e organizziamo una visita. Contribuiremo a sostenere un settore economico importante e scopriremo angoli mai notati prima.

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